Il paziente anziano: quando definirlo fragile?

Gaetano Senatore (Direttore S.C. Cardiologia Ospedali riuniti di Ciriè – Lanzo – Ivrea e Cuorgnè – ASL TO4)

Presenta: Federico Nardi (Direttore della Div. di Cardiologia, Ospedale Santo Spirito Casale Monferrato)

L’ètà avanzata e la fragilità nei pazienti sono spesso condizioni associate, anche se non è detto che tutti gli anziani possono essere definiti fragili. Secondo uno studio del 2017*, il 10% dei pazienti in cura dal cardiologo sono da considerarsi fragili. Tale fragilità è caratterizzata da insufficienza renale, disabilità, disturbi cognitivi, scompenso cardiaco, facilità alle cadute e neoplasie. In particolare, la facilità alle cadute è uno degli elementi più comuni che aiuta a definire il paziente fragile. La gran parte di questi pazienti richiedono una visita cardiologica per la presenza di fibrillazione atriale (FA) e richiedono quindi un trattamento anticoagulante per la prevenzione dello stroke ischemico. Un aspetto interessante da sottolineare è il fatto che nessuno dei cardiologi coinvolti nello studio ritenga che la facilità alle cadute rappresenti un’indicazione a sospendere il trattamento anticoagulante. Questo dato è significativo nella pratica clinica, dove la decisione sull’indicazione al trattamento spesso viene posta in dubbio in relazione proprio al rischio di cadute. 

* Fumagalli S, Potpara TS, Bjerregaard Larsen T, Haugaa KH, Dobreanu D, Proclemer A, Dagres N. Frailty syndrome: an emerging clinical problem in the everyday management of clinical arrhythmias. The results of the European Heart Rhythm Association survey. Europace. 2017;19:1896-1902. doi: 10.1093/europace/eux288.

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